La Storia del Museo
La nascita della Società Gallaratese per gli Studi Patri deve essere inquadrata in un momento di particolare vigore sociale e culturale della città di Gallarate sul finire del XIX secolo [1]. In un clima cittadino fortemente dinamico, animato da una fervente attività produttiva, accanto alle emergenti famiglie industriali, illustri gallaratesi di origine e di elezione si impegnano in prima persona nella istituzione della Società Storica che, ancora oggi è motivo di vanto per la città [2].
La Società viene fondata nel 1896, con lo scopo di salvaguardare, tutelare e valorizzare il patrimonio culturale della città e del suo territorio, da un gruppo animato da fini intenti sociali e culturali, in seno al quale si costituisce immediatamente il comitato per la salvaguardia della chiesa di San Pietro [3] di Gallarate. L’opera di questo comitato costituisce la prima attuazione dei principi ispiratori della Società attraverso la promozione dei lavori di restauro e valorizzazione della chiesa romanica di San Pietro. Questo intervento, di rilevanza ben superiore all’ambito cittadino, costituisce uno dei momenti culturali più significativi della vita della città tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Lo slancio attivato da questo episodio porta ad un’efficace azione di raccolta e salvaguardia delle memorie archeologiche e monumentali del gallaratese e alla conseguente costituzione delle prime “Civiche Raccolte”. Un primo nucleo di reperti, che andrà un giorno a costituire il Museo, viene inizialmente raccolto presso il Palazzo Broletto mentre la Società diviene il principale riferimento sul territorio per la tutela delle memorie e delle antichità.
La disponibilità di una prima sede consente di implementare l’opera di salvaguardia, documentazione e studio del materiale documentario raccolto grazie all’attività di tutela e ricerca della Società e alle generose donazioni di famiglie gallaratesi.
Il consolidarsi di un soggetto istituzionale come la Studi Patri segna sul territorio un’evoluzione importante nella cultura della conservazione delle memorie storiche, attraverso il passaggio dalla raccolta personale di qualche istruito cultore, alla sistematica azione di raccolta e valorizzazione gestita da un ente istituzionale.
Le Civiche Raccolte vengono articolate in alcune sale che raccolgono reperti archeologici, qualche pregevole tela donata da famiglie gallaratesi e un cospicuo nucleo di memorie del Risorgimento.
La storia della Società si intreccia inscindibilmente alle vicende legate alle principali famiglie gallaratesi, il cui slancio di mecenatismo costituisce il miglior supporto all’attività culturale che si concretizza anche in alcune importanti pubblicazioni monografiche.
Proprio in questi primi anni del secolo prende avvio la pubblicazione della “Rivista Periodica Sociale” diretta dall’allora Conservatore del Museo, l’insigne storico dell’arte Giorgio Nicodemi [4].
Negli anni successivi la Società, eretta ad Ente Morale nel 1914, continua la sua opera di raccolta di testimonianze e documentazione delle tradizioni e delle memorie di Gallarate e del suo circondario fino alla decisiva svolta degli anni Venti con l’acquisizione della nuova sede.
L’attuale edificio del Museo viene donato alla Studi Patri con atto formale il 31 marzo 1925 dalla Società Immobiliare “Case e Alloggi Macchi & C.” dopo che, negli anni precedenti, a partire dal 1911 era stato sottoposto ad accurati restauri diretti dal Cavalier Enrico Macchi.
La prestigiosa sede del Museo archeologico – storico – artistico della Società Gallaratese per gli Studi Patri è quanto rimane di un convento francescano edificato nel 1234 di cui, la parte superstite, costituisce metà del chiostro settentrionale dei due che esistevano in origine [5].
Il chiostro che ospita il museo →
L’attività di raccolta e studio promossa dalla Società, anche sotto l’impulso dell’allora Conservatore Mario Bertolone, richiama presto la necessità di un sistematico organo di stampa e nel 1930 esce il primo numero della “Rassegna Gallaratese di Storia ed Arte” diretta da Giuseppe Macchi.
Nel 1952 la Società cura la realizzazione di una mostra sulle “Opere d’arte nel Gallaratese”, allestita presso l’Asilo Infantile Ponti; questa iniziativa ancora una volta sancisce il ruolo territoriale del sodalizio.
L’intensa attività degli anni successivi induce la necessità di un ampliamento della sede del Museo, così il 28 maggio 1961 viene inaugurato il nuovo salone annesso all’edificio dell’antico convento [8]. Nella stessa circostanza viene inaugurato il nuovo allestimento delle sale museali con la parziale esposizione delle collezioni riordinate dal Conservatore Mario Buffoni e dall’archivista Carlotta Cotta Sacconaghi.
Il rinnovo del consiglio societario del 1965 dà avvio all’elaborazione del progetto di restauro architettonico dell’edificio del Museo che negli anni successivi assorbirà la gran parte delle energie della Società. I lavori di risanamento e restauro prendono avvio nel 1970 e due anni dopo, l’8 ottobre del 1972, alla presenza di numerose personalità, viene celebrata l’inaugurazione del rinnovato Museo [9] che viene definitivamente aperto al pubblico nel dicembre del 1973.
Tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta si colloca una fase particolarmente significativa per il ruolo della Studi Patri sul territorio. Nel corso del decennio infatti va strutturandosi una attiva squadra archeologica che opera fattivamente sul territorio dando grande impulso all’archeologia locale, in costante collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Lombardia.
Le figure cardine intorno alle quali si articola questa attività sono i fiduciari della Soprintendenza: Alessandro Dejana, Gian Enrico Macchi, Carlo Mastorgio e Angelo Mira Bonomi [10].
Alle prime attività di scavo si accompagna la significativa opera di ricerca condotta da una pionieristica squadra subacquea [11] cui si devono le prime ricerche sugli insediamenti palafitticoli del lago di Monate.
I momenti più significativi dell’attività condotta dalle squadre archeologiche della Studi Patri di Gallarate si hanno con gli scavi delle necropoli di via Carreggia a Cardano al Campo, con l’importante scavo della necropoli di Arsago Seprio e con le fruttuose ricerche condotte nell’area della Malpensa. Non si può però non citare l’impegno degli operatori della Studi Patri anche in altri siti estremamente importanti tra cui Castelseprio e Torba e l’attività di organizzazione di convegni e conferenze come appunto la “Giornata di aggiornamento su Castelseprio” che si tiene il 14 maggio 1972 [12].
L’attività di quegli anni porta grande impulso alle raccolte archeologiche che vengono ospitate dal Museo gallaratese e produce una significativa quantità di studi fondamentali per l’archeologia dell’area varesina che trovano, nella Rassegna Gallaratese di Storia ed Arte, il principale strumento di pubblicazione [13].
Le ultime acquisizioni archeologiche, che vanno ad integrare le sezioni protostoriche e romane, si integrano con la sezione artistica la cui raccolta, negli anni Settanta, viene arricchita da alcune preziose opere pittoriche concesse in deposito dalla Pinacoteca di Brera.
Oggi il cortile e il portico del chiostro gotico, sede del Museo, ospitano un sarcofago e un coperchio di sarcofago romani, alcuni materiali medievali tra cui elementi architettonici, lapidi e due statue provenienti dal castello di Jerago.
Le collezioni archeologiche, disposte secondo un criterio cronologico, occupano le prime tre sale del museo: nella prima sono ospitati i reperti preistorici provenienti dalle stazioni palafitticole del varesotto, cui va ascritta anche una notevole piroga monoxile dal lago di Monate, e il cospicuo materiale protostorico da Malpensa, Golasecca e Castelletto Ticino.
← La prima sala del museo con la piroga monoxile e i reperti preistorici e protostorici
La seconda sala ospita una pregevole raccolta di epigrafi e parte dei reperti romani che continuano anche nella terza sala dove, oltre alla ricostruzione di una tomba alla cappuccina rinvenuta a Gallarate, si colloca il pluteo marmoreo della Basilica di San Giovanni di Castelseprio. Al piano superiore è ositata la pinacoteca, la raccolta di stemmi ed epigrafi e la collezione di sculture e bozzetti.
Alcune opere conservate nella pinacoteca del Museo →
Il Museo, che raggiunge in questi anni la configurazione attuale, completato dalla ricca biblioteca tematica e dal prezioso archivio di documenti sulla città, costituisce un significativo osservatorio sulla storia artistica e archeologica del territorio gallaratese.
Di Matteo Scaltritti
Riferimenti bibliografici
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Aspesi L.: "Gallarate nella storia e nella tradizione", Gallarate, 1978
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Macchi G.E., Mastorgio C.: "Il Museo della Società per gli Studi Patri di Gallarate, in Colombo S., a cura di, "Varese. Vicende e protagonisti", Vol. 3, Bologna, pp.288-305, 1977
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Mazzucchelli M: "Gallarate negli ultimi cento anni", Gallarate, 1946
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Mira Bonomi A. V.: a cura di, "Guida al Museo archeologico – storico – artistico della Società Gallaratese per gli Studi Patri, centro sistema museale regionale", Gallarate, 1994
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Lombardo M.: a cura di, "Cento anni di Gallarate città, numero speciale di Civiltà del Lavoro", Roma, 1961
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Pippione M.: "Gallarate. La storia – gli uomini", Varese, 1998
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Sironi C.: "La chiesa di San Pietro a Gallarate", Gallarate, 1960
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Tallone C.: "Il Convento minoritico di San Francesco in Gallarate dal 1234 al 1517", in "L’Alto Milanese nell’Età del Ducato", Atti del Convegno di Studio, 1995